Il progetto
Corso per le classi quarte e
quinte elementari e
classi medie.
Il
programma ha
preso spunto
da una iniziativa
proposta
per la
scuola
francese
con il sostegno
del Ministero della Educazione di
quel paese. E’ stato testato nell’anno scolastico
1999-2000, in 6 classi di 3 scuole del
2° Circolo di Lissone del distretto scolastico
63 – Regione Lombardia ed è continuato
poi nell’anno scolastico 2000-2001 con il
coinvolgimento di 400 alunni di 10 scuole e
con una fase pilota per gli alunni di 6 classi
della seconda media con l’introduzione dell’addestramento
al massaggio cardiaco su
manichino.
Anche nell’anno scolastico
2001-2002 è proseguita l’esperienza con il
coivolgimento di 342 alunni di scuola elementare
e di 136 alunni di 2a e 3a media e
con una fase pilota concordata con l’Associazione
“Il cuore di Piacenza” di un programma
che prevede la simulazione con il
defibrillatore semiautomatico (con 88 alunni).
Ovviamente, anche se il tema principale è
stato quello del prendere confidenza con
l’1.1.8. e con il modo di allertarlo in caso
di probabile arresto cardiaco riconosciuto
per l’assenza di coscienza e di respiro, il
concetto di portare soccorso è stato
strutturato in maniera più estensiva,
prendendo spunto dalle indicazioni della
legge 626 con la relativa attuazione del
piano di evacuazione della scuola. Resta
tuttavia il fatto che il punto essenziale è
quello della “chiamata dell’ 1.1.8. e
dei gesti del primo soccorso” con un
programma differenziato secondo l’età
dei bambini/ragazzi.
IL PERCORSO E LA STRATEGIA
I passi del programma sono rappresentati da:
- sensibilizzazione dei docenti e attraverso i
docenti dei genitori al primo soccorso di
base,
- formulazione di una proposta che permetta
di integrare l’apprendere a portare soccorso
in un progetto interdisciplinare,
- individuazione di un insegnamento progressivo
secondo lo sviluppo psicomotorio
e di autonomia del bambino e del
ragazzo.
Il modo di affrontare le emergenze si fonda
sulla catena della sopravvivenza e sul sistema
di emergenza sanitaria 1.1.8. I principali
anelli riguardano:
- chiamare il soccorso 1.1.8.
- primi gesti salvavita: valutazione dello stato
di coscienza, e del respiro (GAS guardo,
ascolto, sento); posizione di sicurezza
- presa in carico del problema da parte
dell’1.1.8.
L’analisi delle componenti ha dimostrato che
il risultato dipende dalla rapidità/tempestività
della chiamata e dall’efficacia delle azioni compiute prima dell’arrivo dei soccorsi
specializzati. Entrambe sono ancora insoddisfacenti:
nel caso dell’arresto cardiaco solo
in un caso su 10 qualcuno fa qualcosa.
Dato che gli alunni di oggi sono gli adulti di
domani l’apprendere i comportamenti più
adatti nella scuola è una strategia che sarà
vincente.
L’apprendimento dei gesti di primo soccorso
consente di valutare meglio le reazioni
dei ragazzi e di valorizzarle, favorendo
anche l’educazione alla salute globale, come
sapere fondamentale. Inoltre questo
apprendimento costituisce un modo eccellente
per far sentire ai ragazzi il senso di
responsabilità e far prendere confidenza
con l’emergenza e con l’imprevisto.
LE COMPETENZE DA ACQUISIRE
DA PARTE DEGLI ALUNNI
Le schede di lavoro cambiano con l’età e si
riferiscono ad alunni dai 5 ai 12 anni. L’età
in cui realizzare il programma dipende da
diverse variabili. Comunque l’obiettivo è di
realizzare l’intero percorso entro i 12 anni,
per far seguire nella scuola superiore l’insegnamento
della tecnica della rianimazione
cardiopolmonare (RCP).
- Anni 5-8: essere capaci di riconoscere una
emergenza e di chiedere aiuto a ragion
veduta, allertando l’1.1.8. e descrivendo
la situazione.
- Anni 9-11: dopo aver constatato assenza
di coscienza e respiro, imparare a rispondere
alle domande della centrale operativa
dell’ 1.1.8., descrivendo il fatto e la
situazione. Vengono inoltre insegnate la
verifica delle vie aeree e del respiro (GAS),
la posizione di sicurezza.
- Anni 12-13: viene introdotto l’addestramento
per le compressioni toraciche/massaggio
cardiaco (fase sperimentale).
LA PROPOSTA ALLA SCUOLA E
LA REALIZZAZIONE DEL PROGRAMMA
Il coinvolgimento della scuola inizia con la
presentazione della proposta al Dirigente
Scolastico e suo tramite agli Insegnanti e ai
Rappresentanti dei genitori. Se la proposta
viene accolta si svolge per i Docenti e i
Genitori un corso di primo Soccorso e
Rianimazione Cardio-Polmonare.
1° fase:
Importanza di conoscere il proprio corpo
con linguaggio non verbale .
Con l’aiuto di uno psicomotricista
e attraverso vari esercizi
(svenimento, trasporto, attenzione
al corpo) gli alunni
approfondiscono la conoscenza
del proprio corpo, e provano
anche situazioni di disagio
attraverso i giochi: “la costruzione
di una torre” e “la muraglia
umana”.
2° fase:
proposta in classe e realizzazione
di una “fiction”
simulando una situazione di
pericolo.
Gli insegnanti coordinano il lavoro
assegnando le parti: viene realizzata
una scenetta di 10 minuti. Vengono
utilizzate le schede di lavoro per
meglio inquadrare il problema.
3° fase:
Conversazione e presa di coscienza
di cosa va fatto.
L’obiettivo è saper analizzare una
situazione.
4° fase:
I concetti e le azioni.
E’ finalizzata ad agire allertando il soccorso. Gli alunni imparano cosa fare e la giusta
sequenza del fare. Viene simulata, in accordo
con la centrale operativa, la chiamata
all’1.1.8. così che il bambino/ragazzo si
confronti realmente con il Sistema di Emergenza
Sanitaria.
Prima viene insegnata la sequenza:
- riconoscere l’assenza di coscienza
- chiamare l’1.1.8. e comunicare con calma
e precisione
- verificare l’assenza di respiro (GAS guardo,
ascolto, sento) e di segni di vita
5° fase:
Il gioco e la verifica.
Ogni alunno riceve il Kit Laerdal da dipingere
e montare, che simula la occlusione e
la liberazione delle vie aeree.
Viene poi verificata la scheda di valutazione
dei singoli alunni e l’insegnante esprime
delle riflessioni conclusive dell’esperienza
fatta.
La riflessione ha lo scopo di:
- fare prendere confidenza con il concetto e
la realtà dell’emergenza
- far capire l’importanza e la semplicità del
soccorso
- far capire che il soccorso è una cosa seria
(non fare scherzi)
- far riflettere sulla attenzione da dare al
giusto comportamento.
Ogni alunno riceve per ricordare e meglio
memorizzare il gioco “Perché il SOCCORSO
NON SIA ENIGMISTICO”: insieme
di enigmi e schede per ricordare e
memorizzare.
La scheda di valutazione individuale e i giudizi
di insegnanti e genitori dimostrano la capacità
di quasi la totalità degli alunni di “apprendere
a portare soccorso” in maniera adeguata. L’entusiasmo
vero e proprio dei ragazzi conferma
che il tema è ritenuto importante da loro, forse
anche perché diverse “fictions” (come By
Whatch ed E.D o Medici in Prima Linea) hanno
risvegliato il loro interesse e la loro volontà
di imitazione
I ragazzi si sono sentiti protagonisti,
meno spaventati e più preparati ad
affrontare un’emergenza vera.
Secondo gli insegnanti il programma si
inserisce bene nel normale curricolo
scolastico, e la metodologia utilizzata è
stata valutata positiva. Per gli istruttori
l’esperienza è stata considerata stimolante,
e attenzione e partecipazione degli
alunni sono state superiori all’atteso.