Diventano otto gli ecg installati sui mezzi di soccorso del 118
Sono 45 le persone che da agosto in poi
hanno scoperto di avere un problema
cardiaco più pericoloso di quanto credessero:
45 brianzoli che hanno corso
meno rischi di quanti ne avrebbero
affrontati se non ci fosse stato l'ecocardiogramma
a distanza, dall'ambulanza
alla centrale del 118.
E’ il primo bilancio
del progetto “ContrAttacco cardiaco”
voluto da Brianza per il cuore con il
servizio emergenza-urgenza.
La Provincia è ancora più al
sicuro
Dopo i primi quattro moduli donati dalla
onlus Brianza per il Cuore a maggio
2005, martedì 31 gennaio 2006 al
San Gerardo di Monza il presidente
Franco Valagussa ha consegnato alla
responsabile del servizio emergenza
dott.ssa Gian Piera Rossi altri quattro
nuovi elettrocardiografi a 12 derivazioni
da installare sui mezzi di soccorso di
base, un sistema di comunicazione diretta
dello stato di salute del cuore alla centrale
operativa di Monza.
I nuovi ecg sono stati pagati dalla Fondazione
di Comunità, dalla Banca di
Credito Cooperativo di Lesmo e di Carate
e un ultimo è stato un dono intitolato
alla memoria di Gabriella Rota Valagussa
per l’utilizzo sul territorio specifico di
Monza.
“Ormai, conclude il presidente
Valagussa, le ambulanze del
territorio sono divenute veri
centri mobili di diagnosi e cura”.
Secondo gli studi internazionali si
risparmiano un minimo di 20 e un
massimo di 55 minuti. Non poco
per chi ha tempo anche solo un'ora per
un intervento ottimale. Secondo i dati la
mortalità ospedaliera passa dal 12 all'8
percento, il rischio relativo di morte è
tagliato quasi di un terzo.
Ora gli ecg installati sono otto, a fine
progetto saranno dodici. Da agosto,
quando sono entrati in funzione i primi
quattro, donati a maggio, sono stati eseguiti
178 elettrocardiogrammi a distanza:
15 hanno rilevato una sindrome
coronarica acuta, 6 un infarto miocardico,
24 aritmie pericolose.
Nel frattempo,
il 118 ha attrezzato anche la trombolisi
extraospedaliera: dal 2 novembre, data
di attivazione del protocollo, è stata
effettuata su 8 dei 21 pazienti con infarto
in atto.
Un altro dato conferma che il modello
Brianza di assistenza preospedaliera
alla patologia cardiovascolare acuta
(defibrillatori, ecg a distanza, trombolisi
domiciliare) dà ottimi risultati: per 19 dei
22 pazienti defibrillati e sopravvissuti
all'infarto, un anno dopo l'episodio, la
vita è tornata esattamente quella di sempre.
«Perché non serve solo salvare la
vita, dice Gian Piera Rossi, responsabile
del 118, bisogna garantirne anche la
qualità».
da Il Cittadino 2/02/06