Lunedì 7 giugno 1999, una data storica per
l’ospedale San Gerardo, per le migliaia di
cardiopatici brianzoli e per la nostra associazione.
L’equipe del professor Giovanni Paolini
ha eseguito a Monza, nel monoblocco di via
Donizetti, il primo intervento sul cuore,
impiantando due by pass ad una donna sessantunenne,
con gravi problemi alle coronarie.
L’operazione, andata a buon fine, ha aperto
di fatto una nuova era per i cardiopatici brianzoli.
Questi, in caso di necessità, per giungere
all’intervento, erano costretti a sottoporsi a
lunghe e pericolose attese. Nella speranza che
si liberasse un posto nella struttura di San
Donato, convenzionata con il San Gerardo, o
nelle cliniche pubbliche milanesi o addirittura
di fuori regione. D’ora in avanti, per loro, c’è
la possibilità di essere curati fino in fondo,
fino all’intervento, in Brianza. E l’inizio dell’attività
cardiochirurgica a Monza segna anche la
vittoria della società civile, che ha fortemente
voluto la struttura.
I numeri: in poco più di
due anni, da febbraio ‘97 ad oggi, undicimila
firme raccolte e pubblicate dal bisettimanale
“il Cittadino”, oltre 550 milioni racimolati: il
tutto ha visto Brianza per il cuore protagonista.
Parte della somma, 155 milioni sono serviti
per pagare metà del prezzo della macchina
cuore-polmoni, indispensabile alla attività
cardiochirurgica; altri 200 milioni sono stati
donati per aiutare l’unità operativa del professor
Paolini; 300 milioni sono già impegnati
per coprire le spese vive del progetto esecutivo
della futura divisione completa, quella da
30 posti letto. E non è finita: Brianza per il
cuore vuole raccogliere altri 150 milioni per
aiutare la neonata unità operativa di cardiochirurgia.
La sottoscrizione dunque prosegue.
Così come al San Gerardo proseguono gli
interventi: due alla settimana in giugno e
quattro alla settimana in luglio.
Soddisfatto il professor Giovanni Paolini.
Quarantotto anni, pisano, docente universitario
e chirurgo fino al ‘98 in forza al San Raffaele
di Milano, con alle spalle duemila interventi
a cuore aperto, ha salutato con gioia la
buona organizzazione dell’ospedale. “La cardiochirugia
a Monza ha decollato bene” il suo
commento a caldo dopo la prima operazione.
“Si è rivelata giusta la scelta di persone già
esperte, anche se questo - la selezione degli
assunti- ha comportato qualche ritardo sui
tempi di inizio dell’attivita”.
Soddisfatto anche Franco Valagussa, primario
di cardiologia e direttore scientifico di Brianza
per il cuore. “Con l’arrivo dei cardiochirurghi
-dichiara- è iniziata anche l’attività di angioplastica”.
Primo tra tutti a sollecitare la creazione
della cardiochirurgia a Monza - le sue
battaglie iniziarono nei primi anni ‘90 - non
intende però demordere. “Occorre sollecitare
- afferma Valagussa- la direzione ospedaliera
perche’ si arrivi nel più breve tempo possibile
alla soluzione definitiva, la divisione da
600/800 interventi l’anno. I motivi sono presto
detti: 1) solo essa farà fronte al reale fabbisogno
di interventi sul cuore della zona; 2) la
produttività del reparto, grazie agli alti rimborsi
regionali, permetterà il recupero dei
costi”.
L’argomento è ben presente al direttore generale
Angelo Carenzi. “L’ospedale ha attivato la
cardiochirugia con un esborso limitato, due
miliardi, e poco personale: non è cosa da poco
per attivare una “cardio” da 10 posti letto. Ed
il periodo di attesa, da qui alla struttura definitiva,
non può considerarsi negativo: si fanno
pochi interventi, è vero, ma serve al rodaggio
dellla strutttura, e si hanno poche spese.
Ovviamente, anche noi guardiamo al futuro:
proprio alla fine di giugno abbiamo dato a
Brianza per il cuore il via libera per affidare al
pool di professionisti rotariani l’incarico di
stendere il progetto esecutivo. Per quanto
riguarda i finanziamenti,il costo complessivo
dell’opera è di 16 miliardi. Dalla Regione, che
ha già detto per bocca di suoi autorevoli esponenti
di voler coprire l’intera sommma, abbiamo
già ottenuto 6 miliardi e mezzo. Sul rimanente
possiamo ancora ottenere una cospicua
somma all’interno dei 60 miliardi già erogati
per il completamento del San Gerardo. Si tratta
di spostare un finanziamento finalizzato a
creare spazi di intensiva post operatoria, spazi
che oggi sono inadeguati. Da finanziare ex
novo rimarrebbe poco alla Regione se accettasse
la variante che le proponiamo. Se tutto
va bene a metà o fine 2001 ci sarà la nuova
divisione”.